Il presidente degli Stati Uniti, con sguardo corrucciato, si
sedette sul divanetto della stanza ovale e si rivolse all’uomo in piedi accanto
alla scrivania.
“Mi scusi ma… potrebbe ripetere, Dottor... Dottor?”
“Wallace. Gordon Wallace del NCSD.”
“Il National Cyber Securi…”
“Lo so!” rispose torvo il Presidente Wuzps, zittendo il
consigliere per la politica interna, che si era affrettato a spiegare.
Wallace ruppe l’imbarazzato silenzio.
“Alcune settimane fa abbiamo iniziato a ricevere dei
messaggi piuttosto inverosimili e allarmanti dal nostro uomo all’interno della
Zookd, l’azienda informatica…”
“Abbiamo un uomo all’interno della Zookd!?” Chiese,
sorpreso, il Presidente.
Wallace, si fermò un secondo e poi riprese,
“Il Signor Presidente certamente ricorda che, due anni fa,
il consiglio per la sicurezza nazionale ha approvato, in riunione segreta, che il
NCSD dovesse carpire con anticipo qualsiasi sviluppo tecnologico che le imprese
potessero lanciare sul mercato, per poter prendere, nel caso, le necessarie
contromisure…”
“Ah sì! Certo…”
“Come dicevo, il nostro agente, Franklin Phineas, ci
informava di esperimenti condotti in prima persona dal CEO della Zookd, Frank
Snob, sulla realtà ripetuta…”
“La realtà ripetuta!?”
“Esatto Signor Presidente, e anche a noi questo termine non
diceva nulla.” Wallace rispose.
“Abbiamo cercato di ricontattare il nostro agente ma,
inspiegabilmente, non ci siamo più riusciti…”
“Cosa gli è successo?”
“Riteniamo sia stato scoperto da persone della Zookd, probabilmente
da Snob in persona.”
“É… è stato… eliminato?”
“Purtroppo no, Signor Presidente.”
Il Presidente si alzò in piedi, di scatto.
“Come purtroppo?!?”
Wallace, deglutì e prese un plico sulla scrivania.
“La scorsa settimana ho personalmente ricevuto questa.” E
tese il plico al Presidente.
“È una lettera.” Disse Wuzps, guardando ciò che Wallace gli
aveva dato.
“La prego di guardare il timbro postale, Signor Presidente.”
“Mille… Ottocento… novantadue!?!”
“Proprio così Signor Presidente, è di Franklin Phineas.”
“Il vostro uomo è scomparso qualche settimana fa e le scrive
dal 1892!?”
Di nuovo intervenne il consigliere per la sicurezza
nazionale:
“Corretto Signor Presidente, ha utilizzato uno stratagemma
che ha visto in un film di qualche anno fa, nella lettera lo dice, e…”
“Ma cosa cazzo me ne frega del film!!! Qualcuno vuole
spiegarmi cosa è successo?!?!”
Il consigliere si sedette. Wallace riprese.
“La Zookd ha sperimentato e finalizzato una macchina del
tempo, Signor Presidente, e – l’altro ieri – siamo intervenuti in tempo prima
che la lanciassero sul mercato.”
“Una macchina del tempo?” il Presidente si appoggiò alla
scrivania.
“Instant replay lo hanno chiamato, Signor Presidente. Lo
volevano inserire come feature in tutti i loro prossimi modelli di Smartphone,
come questo Z-Phone 14 che abbiamo requisito ieri.”
“Ah, il 14, quindi è già uscito?” Disse Wuzps, guardando il
cellulare sulla sua scrivania.
“Per fortuna no, Signor Presidente.” Disse, un po’
imbarazzato, Wallace.
Il presidente lo guardò smarrito, Wallace riprese.
“Giocare con il tempo, Signor Presidente, può essere molto
pericoloso.
La funzione Instant Replay, nelle intenzioni della Zookd,
era una semplice app per permettere di rivivere, nel vero senso del termine,
ciò che era appena accaduto; immagini un momento felice in famiglia, un
incontro con la star del cuore, il primo bacio…”
“Ma per quello ci sono i selfie!” Disse il Presidente,
“Anch’io, con mia moglie Tatiana, spesso…”
“Non è la stessa cosa, Signor Presidente: i selfie fissano
un’immagine, che è irripetibile; la Zookd, almeno nelle intenzioni di Snob,
avrebbe permesso il rivivere quel momento, quell’istante appunto, tutte le
volte che si voleva…”
“E che c’è di…” tentò Wuzps, ma Wallace lo interruppe.
“C’è molto di male, con tutti il rispetto. Le deformazioni
dello spazio tempo, anche solo per ripetere il grido di gioia del nipotino che
spegne le candeline sulla torta, hanno coimplicazioni pesantissime sulla natura
che ci circonda, sugli esseri umani.”
“Non vedo come un bamb…” Wallace non lasciò finire la frase.
“Quell’istante che ripetiamo è già trascorso nella vita
reale, e il ripeterlo sfalsa lo spazio tempo di tutti i presenti, e non solo.
Se l’utente lo setta su “effetto magnum”, come nel telefono qui davanti, lo
sfalsamento si estende a tutto il visibile dell’utente, si immagina cosa
potrebbe succedere se due innamorati volessero ripetere un bel tramonto?”
“Beh, se lo vedrebbero un’altra volt…”
“No, Signor Presidente, tutto il mondo lo vedrebbe un’altra
volta! Immagini le conseguenze disastrose se fossero anche solo due le coppie
di innamorati; ma una a New York e l’altra a… a Oslo!”
“Oslo?”
“La capitale della Norvegia, in Europa” disse il consigliere
per la sicurezza.
“Grazie.” Disse il Presidente.
“E in più” riprese Wallace, “Snob ha fatto inserire anche
un’altra funzione, pensando che fosse “divertente”: il continuous replay.”
“Vede?” Wallace premette lo schermo del telefono sulla
scrivania, “Basta impostare la funzione da menù e la scena che si è appena
svolta, nell’arco di fino a 30 minuti precedenti, viene ripetuta all’infinito…
un disastro totale!”
“Dov’è Snob? Portatemelo qui subito!”
“Non è così facile, Signor Presidente; Snob, dopo aver
spedito personalmente Franklin Phineas nel 1892, ha capito che aveva le ore
contate e…”
“È scappato!?”
“Peggio, ha usato una macchina del tempo…”
“E dove è andato?”
“Non lo sappiamo con precisione, ossia, abbiamo dei segni
del suo passaggio…”
“Segni!?”
“Guardi la statuetta, Signor Presidente, prego.” Disse
Wallace puntando sulla statua del cowboy a cavallo, opera di Remington,
poggiata sul mobile nello studio ovale.
Wuzps si piegò verso l’oggetto; socchiuse gli occhi e si
fissò sul volto del cowboy.
“Ma è Snob!” Gridò.
“Esatto, e abbiamo altre segnalazioni, da musei in tutto il
mondo: dal Prado di Madrid, in Spagna sino al Louvre di Parigi.” Disse Wallace,
e poi aggiunse “in Francia…”
“So dov’è Parigi, grazie. “rispose il Presidente, “Ma cosa
sta facendo Snob?”
“Riteniamo che Snob stia vivendo un momento di narcisismo
estremo, che lo porta a viaggiare nel tempo per, diciamo così, intervenire di
persona in momenti che tramandino la sua presenza.”
“Cioè?”
“Beh, Signor Presidente, il consolato a Milano ci ha
comunicato che il suo volto è apparso tra i commensali dell’ultima cena di
Leonardo, al posto di Simon Pietro… gli italiani non l’hanno presa bene, il
console ci scriveva dal bunker sotto l’edificio, cui aveva dato fuoco una massa
di arrabbiatissimi milanesi.”
“Ma non possiamo fermarlo?”
“Purtroppo no, e anche se sapessimo dove è ora, intendo in
che epoca, non solo il luogo, legalmente non potremmo fare nulla…”
“Ma, ma ha mandato il suo agente…”
“Franklin Phineas? Purtroppo non esistono parametri
giuridici per incolpare Snob di nulla, neanche lesioni personali, la
legislazione sulla deformazione temporale è… carente.”
“Insomma” sbottò il Presidente Wuzps, “mi state dicendo che
stava per avvenire un casino di questo genere, ed in parte sta avvenendo, solo
perché un pazzo voleva abbindolare nuovi clienti con l’ennesima cazzo di app su
‘sto maledetto telefonino!?!?”
Wallace fece appena in tempo a gridare “NO!”, ma Wuzps aveva
già schiacciato il grande tasto rosso sullo schermo dello smartphone che aveva
afferrato con rabbia.
Il presidente degli Stati Uniti, con sguardo corrucciato, si
sedette sul divanetto della stanza ovale e si rivolse all’uomo in piedi accanto
alla scrivania.
“Mi scusi ma… potrebbe ripetere, Dottor... Dottor?”
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