domenica 8 aprile 2018

E’ Natale alla Tortuga


Era Natale un po’ dappertutto e anche all’isola della Tortuga quei quattro piratacci balenghi si preparavano a festeggiare.
Certo, loro erano cattivi e bugiardi, spietati e golosi, però, in fondo in fondo, ci piaceva anche a loro il Natale e così, sapendo che Babbo Natale alla Tortuga non ci sarebbe passato MAI ma MAI e POI MAI, facevano finta che passasse lo stesso, mettendo dei bei doni sotto un albero di Natale (in realtà una palma di Natale, perché alla Tortuga gli abeti non crescevano) proprio lì fuori dal Marinaio Mogio.
Pino Wilson, per l’occasione, faceva la sua zuppa di montone e carote speciale, e ci metteva dentro anche un po’ di crusca, prezzemolo, pecorino romano, lardo di colonnata, acciughe sott’olio, pepe, cannella, peperone rosso di Carmagnola e zenzero. 
Veniva MOLTO saporita e tutti quei manigoldi lacrimavano un po’, così se si commuovevano come bambinelli potevano sempre dire che era per via della zuppa.
Comunque era proprio un bel Natale coi fiocchi e, anche se lì non nevicava mai, avevano riempito il tetto del Marinaio Mogio e la palma di Natale con del cotone bianco rubato su una nave inglese, così sembrava che c’era la neve.
Finito di cenare (e non vi dico che puzzone, con tutto quello zenzero!) sono usciti tutti a vedere la palma di Natale, erano felici come dei cuccioloni.
 Allora Pinin Gamba di Gesso, in piedi su una cassa di rum vuota, ha cominciato a chiamare tutti, così il pirata diceva “presente!” e andava alla palma a prendersi il suo regalino.
“Gionni il bello!” urlava Pinin, e dalla folla esce un mingherlino con la faccia tutta spiattellata che sembrava avesse preso un cartello della pubblicità in faccia.
“Uè!” Fa Pinin, “Ma perché ti chiamano il bello!?”
“Vengo bene di profilo” gli risponde quell’altro, e tutti giù a ridere!
“Frankie sei dita vere!” E viene avanti il pirata che aveva sei dita, tre pe mano, che le altre le aveva perse un po’ qui e un po’ là.
“Frankie sei dita false!” Urla Pinin. 
E qui viene fuori il pirata che, per paura di perdere le dita in qualche battaglia, come spesso capitava, se ne era fatto mettere una in più per mano dal medico dei pirati, il Dottor Accio (che non si è mai capito perché lo chiamassero così) e quindi ne aveva sei per mano, ma false.
E ognuno andava alla palma di Natale e si prendeva il suo pacchettino; Little Tony controllava che nessuno, per sbaglio, si prendesse il pacchettino di qualcun altro, oltre al suo.
Ognuno c’aveva proprio il regalino giusto per lui.
E così Frankie sei dita vere aveva trovato un bel paio di guanti con tre dita sole, Gionni il bello un mezzo specchio , per farsi la barba senza doversi vedere brutto com’era.
A Billi spaccatutto gli avevano regalato un barile di colla, così aggiustava casa sua, che ogni volta che si muoveva rompeva qualcosa.
C’erano le mentine per Bobbi Voce di fuoco, così gli passava il brutto alito, almeno per un po’, e un cappello stretto stretto per Vito senza orecchie, così non gli cadeva dalla testa.
E tra risate e grida di allegria, erano tutti lì a passarsi un bel Natale.
Solo Buttafuoco, in un angolo, se ne stava con le sue cornacchie sulle spalle a mugugnare e a digrignare i denti.
“Guardali lì!“ Diceva “Tutti allegri come scimmie nane della mesopotamia!”
“Son contenti, sono!” continuava “Perché hanno trovato il loro regalino,  così fanno un bel natalino, mangiano un dolcino, e poi vanno a nanna che hanno riempito il pancino!” 
E, così dicendo, faceva tutte delle faccettine per prenderli in giro.
“Cosa c’è Buttafuoco?” gli grida Pinin, “Non ce la fai ad aspettare il tuo turno?!”
Buttafuoco, al sentirsi preso in giro da Pinin, è diventato subito rossissimo in faccia (come al solito) e gli grida:
“Taci, piratucolo da strapazzo!!” ringhiando come un mastino “Che a me del Natale mi frega solo se passa quel vecchio rimbambito vestito di rosso, così gli rbo tutto!!”
E poi, borbottando aggiunge “Mica son qui a farmi venire i lucciconi come queste bertuccie ubriache!”
Così, imbacuccato nel suo cappottone nero e rosso, si rimette a sedere tra i barili di polvere da sparo con il suo boccale di rum caldo, facendo di tutto per non sentire le grida di contentezza degli altri pirati.
Alla fine, quando anche Zlatan lo svedese ha preso il suo regalo (un bel mobiletto porta spade da montare)  non c’è rimasto più nessuno e, finalmente, Buttafuoco si alza e dice:
“Oh! E’ finita ‘sta pagliacciata!! Adesso posso andarmene a dormire senza dovere sentire i gridolini scemi di questi babbei!”
Ma Pinin, tutto furbetto, fa:
“Oh! Guardate!! C’è rimasto ancora un pacchettino sotto l’albero!” e poi “L’avete avuto tutti un regalo!?”
E tutti quei piratacci “SI! S!”
“OH! E allora di chi sarà mai quel regalo?!” Fa Pinin, “Little Tony, puoi vedere che nome c’è sul pacchetto?”
Little prende il pacchettino e fa finta di non riuscire a leggere bene, mentre tutti i pirati stanno col fiato sospeso: chi sarà quel fortunello che si prende DUE regali di Natale!?
“Eh, Pinin” dice Little, “Non si legge bene, mi sembra che ci sia una B, poi un U, poi qualcosa che sembrano due T e poi finisce, sono sicuro, in OCO”
Pinin, sempre col faccino furbo, si toglie il cappello con la piuma e si gratta la testa pensoso.
“Uhm…” fa finta di pensare “B, U, T, T e finisce in OCO, chi sarà mai!?”
E tutti i pirati in coro “BUTTAFUOCO!!!”
E lui, Buttafuoco, ancora lì seduto tra i barili, s’è alzato guardandosi intorno.
“Come Buttafuoco!? Che storia è questa!?” e poi “Se scopro che è uno dei tuoi scherzi Pinin io…”
Ma non ha fatto a tempo a finire la frase perché Gierri lo smilzo e Peppe Galera gli avevano già portato lì il pacchettino, tutto infiocchettato e con sopra il suo nome.
Allora Buttafuoco l’ha preso e, mentre tutti i pirati in coro facevano “Aprilo! Aprilo!” Ha guardato in giro torvo torvo e poi, con un gran colpo di sciabolone, l’ha aperto.
SORPRESA!!
Dentro il pacchettino c’erano due navi giocattolo, bellissime, con le vele e tutti i cannoni!
Buttafuoco le ha prese in mano e gli è caduto qualcosa per terra: era un pacchetto di semi di girasole per le sue cornacchie, Anassimandro e Anassimene!
Quelle, vedendo i semi, si sono buttate che neanche due falchi affamati, mentre tutti i pirati si sono messi intorno a Buttafuoco a cantargli “Buon Natale! Buon Natale!”
“Andate via!” Ha urlato quel pirataccio brutto, e faceva anche segno con la sciabola di voler affettare qualche naso.
Così, dopo un po’, è sparito.
Era dietro al Marinaio Mogio, in cortile, con le due navi giocattolo in mano a mugugnare.
“All’arrembaggio!” diceva con la vocina e poi, “PICIU, PICIU; BOOM” faceva i suoni dei cannoni e degli spari.
Si stava divertendo un mondo a giocare con il suo regalo.
E si ricordava di quando, da bambino, rubava il cappellaccio di suo papà, il famoso pirata Buttafiamme, e si nascondeva nella sua cameretta a giocare a fare il pirata anche lui, gridando ordini e facendo arrembaggi, lottando contro gli spagnoli o gli inglesi.
E sul suo faccione rosso erano comparsi due begli occhietti lucidi, proprio come un bambino contento del regalo di Natale o di un adulto che si commuove a pensare di quando era bambino, come capita ai grandi.
E quando Pinin, tutto carino, gli si è avvicinato e gli ha chiesto:
“Uè, Buttafuoco, com’è che c’hai gli occhini lucidi? Ti piace il Natale!?”
Quel pirataccio si asciuga gli occhi e il naso con la manica del cappotto,  lo guarda male e fa:
 “Bah!! Quella maledetta zuppa!”

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