giovedì 9 gennaio 2020

Atun

Lo svegliò il suono del campanello. Sacramentando andò ad aprire.
Era Triglia, un suo lontano cugino.
In realtà non era proprio un cugino, lui era un Tonno e questo era un Triglia, quanto piuttosto il figlio di un vecchio amico di suo padre.
La faccia abbastanza inespressiva del Triglia gli ricordò che era domenica, e che una settimana prima si era deciso di andare a trovare la vecchia Aurelia. Sua madre.
"Come va?" gli chiese senza cambiare espressione il Triglia.
"Bene, bene" fu la sonnacchiosa risposta, "Vuoi un caffè?"
"Grazie"
Si sedettero in cucina. Il casino era evidente.
"Festa?" chiese il Triglia.
"Cena con amici"
"Ma quando crescerai?" E una punta di disanimo si insinuò nella espressione Trigliesca.
Non ci fu risposta. Che risposta dare ad uno che si era sposato a ventiquattro anni e che lavorava nello stesso posto da 25? Nessuna.
Il Triglia, d'altro canto, non se ne aspettava molte.
Il borbottare della caffettiera li risvegliò dai rispettivi studi sulla vita infame e/o dissoluta che conduceva l'altro.
"Zucchero?"
"Uno grazie"
Il primo sorso di caffè li rilanciò nello scheletro di una discussione costruttiva.
"Novità?"
"Non molte, tu?" rispose per pura cortesia il Tonno.
"Caterina ha deciso di entrare a ingegneria"
"A-ah..." e poi "...Caterina è la maggiore, no?"
"No" sospirò Triglia, "Il maggiore è Antonio, Caterina è la seconda"
"Ah, sissì...", me li confondo sempre"
Il Triglia glissò su come fosse possibile confondere un maschio con una femmina, ributtò l'argomento sul tavolo per evitare risposte che sapeva mute.
"Era indecisa fra ingegneria e architettura, l'ho fatta ragionare e s'è convinta"
"Mmmh" fu l'apprezzamento di un Tonno intento a individuare un qualsiasi oggetto che assomigliasse a cibo.
La cosa non sfuggì al Triglia:
"Ci sono dei biscotti sullo scaffale alto"
"Ah! ...grazie" disse colpevolmente Tonno. Cazzo! Mezzo pacchetto di biscotti secchi e non un goccio di latte in tutta la casa!
"Marina dice che adesso che i ragazzi sono cresciuti vorrebbe trovarsi un posto... l'idea non è male, con tutte le spese che ti danno le università... a Antonio gli manca ancora un anno e la tesi, Caterina comincia adesso..."
Il Tonno cercò di pensare rapidamente ad una frase valida per discorso e oratore. La trovò.
"E tu?"
Triglia si mise comodo sulla sedia, pronto a illustrare. Tonno sorrise mentalmente e ringraziò Dio per l'ispirazione.
"Mah! Cosa vuoi che ti dica, quattro lirette in più farebbero comodo, ma cosa farle fare a 'sta benedetta donna!? Sono vent'anni che non lavora..."
"Lei cosa faceva?" interruppe quasi interessato Tonno.
Triglia interpretò il lieve interessamento con esagerato ottimismo e si buttò nella spiegazione.
"Mah.. Lei aveva iniziato come segretaria di suo padre prima di finire gli studi, poi aveva lavorato nello studio di un cugino di sua madre che era avvocato e poi era entrata in Bontanelli"
Tonno si mantenne immobile; non voleva che dal suo volto trapelasse il senso di miseria che gli dava un amore sbocciato sul luogo di lavoro. Dal canto suo Triglia non lo guardò neanche e proseguì.
"Ha continuato per un po' dopo la nascita di Antonio, ma quando é nata Caterina ha dovuto smettere..."
Tonno aspettò un silenzio regolamentare e poi, non volendo perdere un argomento di conversazione faticosamente raggiunto, chiese "E ha trovato qualcosa?... Qualche idea?"
"Mah... c'è un collega che ha un parente Dottore che sta cercando una segretaria-infermiera. Lei dice che non sa, che questa cosa dell'infermiera un po' la spaventa..." silenzio " io le ho detto di vedere prima, e di vedere se trova qualcosa anche lei..."
"E perché la spaventa questa cosa dell'infermiera? Mica deve operare! Io non ho mai visto un'infermiera di studio medico capace di mettere un cerotto!" cercò di scherzare Tonno.
"E quello che le ho detto anch'io, ma lei dice che non sa, che le malattie... boh!"
"E questo dottore che dottore è?"
"Otorino... credo. Sissì otorino!"
"Mai visto un otorino con pazienti sanguinanti o robe del genere" sentenziò Tonno anelando ad una complicità di fronte al fatto.
"Ma quando mai hai visto un dottore tu?" ribatté Triglia negandogliela e aggiungendo un poco di invidia malcelata.
Tonno pensò con tutta la velocità che la levataccia gli permetteva; si arrese. "Ma... si fa per dire" e aggiunse un liberatorio "Vado in bagno un attimo e si va"
Triglia lo seguì con il solito inespressivo sguardo fino alla porta della cucina, poi disse "Va bene"
Il bagno era quasi ordinato.
Tonno si guardò un attimo in giro, poi fissò i suoi occhi nell'immagine riflessa dallo specchio.
50 anni, cristo! Pensò senza molta convinzione, rendendosi conto dell'esagerata retorica che esprimevano queste parole.
Meccanicamente aprì l'armadietto e prese le sigarette, si accorse di averne accesa una alla terza boccata.
Iniziò a far correre l'acqua calda e prese il Bic che sembrava meno usato. Si rasò e si lavò le ascelle.
Finito con le ascelle si guardò nello specchio un'altra volta: che faccia! Si spruzzò un po' di acqua fredda sul volto e ad occhi chiusi cercò l'asciugamano e lo frizionò sulla faccia.
Uscì dal bagno. Triglia era in salotto a leggere un periodico. Aveva accumulato sul tavolino quelli che prima erano sparsi per terra.
Si vestì in fretta.
"Andiamo?" disse passando per il salotto.
"Pronti" si alzò Triglia.
Uscirono in una mattina primaverile abbastanza fredda. Il sole non scaldava molto e Tonno notò che Triglia aveva l'impermeabile. Lui no.
La prassi era la solita. Si camminava fino alla stazione delle ferrovie locali, si prendeva il treno che andava al nord, alla terza stazione si scendeva e si proseguiva a piedi fino al pensionato dove viveva sua madre.
Niente di nuovo sotto il sole. Si accese la seconda sigaretta della giornata.
All'angolo della via li fermò un vecchio Calamaro.
"Perdonino, loro sono di queste parti?"
"Si" rispose Tonno "Mi dica"
"Saprebbero indicarmi la casa dell'ingegner Tonno?"
Tonno lo guardò con una inespressività che rasentava quella di Triglia "Sono io l'ingegner Tonno, mi dica"
Il vecchio Calamaro lo studiò per un attimo con occhi cattivi, poi gli si buttò addosso "Disgraziato!! Farabutto!! Delinquente!! Maledetto!!"
Tonno reagì allo scontro con una prontezza che in altri momenti lo avrebbe sorpreso; ma il Calamaro, pur essendo vecchio, era ancora forte e gli impediva di divincolarsi.
"Ma cosa fa?!?" intervenne Triglia "Lo lasci in pace!!" e afferrò il vecchio da dietro.
Questi non lo sentì e non si accorse di lui "Bastardo!! Disgraziato!!" continuava.
Faticosamente, in due, riuscirono a immobilizzare il vecchio che, peraltro, continuava a insultarlo.
Tonno, passato il primo shock, lo guardava cercando di capire chi era, mentre Triglia questionava "Ma cosa vuole?! Ma chi è lei!?"
Niente, il Calamaro non aveva occhi e orecchie che per Tonno.
"Si calmi!!" insisteva Triglia "Faccia il piacere, che ci guardano!!" In effetti la gente che passava si fermava ad osservare la scena.
"Ma lo conosci?!?" gli chiese Triglia.
Tonno trasalì alla domanda. "No!"
"Ah non mi conosci?! NON MI CONOSCI!! Ma adesso mi faccio conoscere!!" ribatté il vecchio "Vieni se hai coraggio!!"
Arrivò un vigile "Che cos'è che succede?!?"
Il vecchio si calmò e Triglia lo lasciò per parlare al vigile.
"Ma non so! Questo qui si è messo a gridare, a spingere... non so io!!"
"Cos'è che vuole lei?!" chiese il vigile al Calamaro.
"Niente!! Niente voglio!!" rispose irato questo "Non voglio niente!!"
"Ma come niente!!" gridò Triglia "Si mette a gridare e poi non vuole niente!! Ma chi è!?"
"Favorisca i documenti" intervenne il vigile.
Il Calamaro pescò i documenti da una tasca della giacca, non smettendo di guardare Tonno negli occhi. Abbassò lo sguardo solo per cercare nel portafogli.
Tonno lo osservava di ricambio. Il vecchio aveva un aspetto povero ma dignitoso, non da vagabondo. Nella lotta aveva speso molto, adesso ansimava. Anche Tonno e Triglia ansimavano.
Il vigile osservava i documenti "Si può sapere perché ha aggredito i signori?" chiese.
"Lo so io perché!" rispose il vecchio. Gli occhiali gli si erano appannati e, adesso, aveva un aspetto ridicolo, quasi penoso.
"Lei lo conosce?" chiese il vigile a Triglia. "Io?! Io no!! E tu?" rivolgendosi a Tonno.
"No"
Il vigile ritornò al vecchio "Allora, mi dice cosa succede?"
"E a lei che gliene frega!!" rispose rabbioso questo, staccando gli occhi da Tonno per un attimo.
"Va bene, allora venga con me alla centrale" disse tranquillo il vigile afferrando il Calamaro per un braccio.
"No!" disse Tonno "Lo lasci stare"
Triglia e il vigile si guardarono. Poi il vigile tornò a Tonno.
"Lo lasci stare, noi ce ne andiamo" e si incamminò.
"Adesso ti conosco!" gridò, ansimante, il vecchio "So chi sei!!"
Tonno non si voltò.
Dopo un 200 metri lo raggiunse Triglia "Ma lo conosci?"
"No" rispose.
"Roba da matti! Ma perché l'hai lasciato andare?!"
"E' solo un vecchio matto, non m'ha fatto niente"
"Vecchio matto!! Quello ti cercava!"
"Ma va!! Avrà letto il nome sul campanello! Sarà uno di quei vecchietti soli un po' maniaci!"
Il Triglia tacque.
"Stai bene?" chiese Tonno.
"Si... tu?"
"Bene, bene" si strofinò le mani "Solo freddo"
La conversazione tacque fino alla stazione, e riprese solo quando il treno si mise in moto. Fu il Triglia.
"Pazzesco!!" esclamò guardando Tonno, "Ma davvero non lo conosci?"
Tonno, che stava rimuginando sul fatto, decise di assumere un'aria distaccata "Chi?"
"Come chi!?" sbraitò Triglia, "Il vecchio!! Il vecchio pazzo!!"
"Aaah... ...il vecchio" sorrise l'altro, "No, non lo conosco"
"Forse..." si buttò a investigare il Triglia "Forse un cliente, o la vittima di qualche tua perizia" sorrise maliziosamente.
Tonno si sentì infastidito da quella che, indubbiamente, era una pista possibile se non probabile. Infastidito dal tono di Triglia e dal fatto che lui non avesse pensato a questa verosimile ipotesi.
"No" rispose mentendo meccanicamente "Non lo avevo mai visto prima" e iniziò a scandagliare la mente in cerca di un volto perlomeno simile a quello del vecchio.
Triglia non si dette per vinto.
"Sicuro è qualcuno a cui hai bloccato un progetto" sorrise pensoso "O forse il padre... ...era vecchio eh?"
"Si... ...vecchio ma forte" ammise Tonno.
La puntualizzazione fece ridere Triglia "Cazzo se era forte!! In due non riuscivamo a fermarlo!!"
Tonno sorrise, e il Triglia continuò.
"Era un sacco di tempo che non facevo a botte!" rifletté pensoso.
"L'ultima volta è stato con Antonio, per scherzo, quando aveva quindici anni" riprese "Passa il tempo!"
Per un attimo, per un attimo soltanto, Tonno riuscì ad astrarsi dalla vita reale e ad osservare lui e quel suo lontano, non solo carnalmente, cugino.
Quel fatto bizzarro lo aveva messo di fronte all'ennesima prova dell'inconsistenza della sua vita e alla solidità ignobile di quella di Triglia: tutta la scena si era svolta dinnanzi alla sua apatia trasecolante e alla concreta razionalità del cugino.
Forse per questo sentiva di non amarlo neanche un poco.

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