domenica 29 gennaio 2012

Al Mare

La porta è quella, prego.
Per fortuna sono qui io, altrimenti tutta questa gente chissà dove andrebbe.
Ci sono qua io, tutti i giorni.
E' importante.
Sono importante, quella porta è importante.
E io la indico.
Mi sorridono, sono felici, a volte ridono proprio.
Anche quelli delle macchine, quando mi vedono lì, in mezzo alla strada, a indicargli la porta, suonano la tromba.
Mi rispettano. Tutti.
Vorrei andare via con loro, partire su una macchina potente e farmi guidare. Lontano.
Una volta sono andato lontano.
C'era il mare, e tutti ridevano, e io comandavo.
Poi la notte è venuto il treno, io non volevo salire, ci hanno riportato qui.
Non sono più andato via.
C'è la porta, con la targa di fianco.
E' un museo, anzi no, è un ufficio, un ministero.
E' importante.
E un giorno verrà il ministro, con tutti, e mi batterà le mani.
Grazie, grazie,
E io, prego ministro, si figuri: io ho fatto solo il mio lavoro.
E lui grazie, grazie.
Ecco la medaglia, dove vuole che la portiamo?
E io; portatemi al mare, lì mi piace.
Con una macchina verde, anzi no, rossa.
La macchina, al mare.
Guarda che bella giacca che ho.
Me l'ha data…
E' a scacchi, bella.
La metto sempre io la mia giacca, è importante.
Poi indico alla gente; loro mi guardano male, mi odiano, non vanno neanche alla porta.
Sono invidiosi, della mia giacca.
Ma io la devo mettere.
Mi guardo nelle finestre, nelle vetrine.
Tutto a posto.
La giacca, a posto.
Mi rispettano.
A quella vetrina è uscito un signore.
E' un amico del ministro.
Mi ha portato qui e mi ha detto che devo stare solo qui.
La gente guardava. Mi guardano sempre.
Lui ha riso, la gente ha riso.
Mi ha dato dei soldi.
Mi rispetta.
Adesso sto qui, indico la porta.
Anche quando piove.
Non mi piace quando piove.
Voglio andare al mare.

Nessun commento: