domenica 31 maggio 2020

Il bacio

L’aria nella stanza è fresca, accompagnata dal sommesso ronzio del condizionatore.
Lo schermo mostra due giovani, maschio e femmina, sorridenti, che addentano con sguardi complici il gelato che condividono, sullo sfondo di una spiaggia al tramonto.
L’uomo sulla trentina riprende a parlare.
“Questa è l’immagine per l’advertisement, rappresenta l’asset valoriale su cui coinvolgere la target audience: amore, gioventù e il gusto del bacio; che è anche il claim di campagna, dopo l’analisi fatta da Grovesnor e associati con una field research su circa 200 respondant, in linea con il target, in 10 locations.
L’outcome dei workshop, abbiamo anche gli appunti dei note taker, fa risaltare l’aspetto di innovation, confermato dai report degli experience moderator.”
Gli altri al tavolo annuiscono. L’uomo riprende.
“La launch campaign prevede un integrated media plan: testate TV e rotocalchi, non quotidiani perché fuori target, tanta internet con banner e skin, più affinity marketing coi portali Wajoo e Outatime e – ovviamente – i social, con storytelling e un concorso sull’user generated content.”
L’anziano all’altro capo del tavolo annuisce pensoso, quindi si rivolge all’uomo seduto al suo fianco.
“La produzione?”
L’altro afferra i fogli che ha davanti e, senza guardarli, si affretta a rispondere. 
“Noi siamo pronti commendatore; in due turni riconvertiamo la linea tre, intanto che ci arriva il preparato alla nocciola che il resto c’è già, il confezionamento è già stato modificato così che quando iniziamo possiamo inserire nell’incarto anche il bigliettino con la frase romantica, il fornitore ci dice che all’ok ce li fa avere nel giro di 24 ore.”
Il vecchio annuisce, poi si gira verso l’altro, quello alla sua sinistra.
“Costi?”
Questi si appoggia allo schienale, quasi con fare distaccato, a mostrare tranquillità.
“In produzione è un invariante rispetto al cornetto standard, l’incartamento, anche con la modifica che ha detto lui, non incide, tanto lo assorbiamo già al terzo turno.” si interrompe per appoggiare i gomiti sul tavolo e giungere le mani, intrecciando le dita ma lasciando gli indici eretti, uno contro l’altro.
“La campagna qui” aggiunge con un tono quasi beffardo, puntando con il mento lo schermo “ci ricarica un bel 07% ad unità, non abbiamo mai pagato così tanto…”
Il giovane di fianco allo schermo risponde, stizzito.
“Non abbiamo mai neanche avuto un prodotto così innovativo, che si lega al cioccolatino più famoso d’Italia e a tutti i suoi core values!”
Il commendatore, a capotavola, posa i suoi occhi, stanchi ma ancora di un bell’azzurro chiaro, sul giovane.
Lo squadra per un momento, senza interesse. Poi parla.
“Va bene, partiamo.”
L’aria nella veranda è calda, accompagnata dal fragoroso frinire delle cicale.
La vista sul mare, quel pezzetto di stretto che si può vedere da Messina al di là della via Consolare Pompea con il traffico che scorre, mostra la caligine umida che ristagna senza vento e senza onde. Forse è il giorno giusto per morire.
Così pensa Giovanni, seduto sulla sedia di vimini in veranda.
Ha 93 anni, ma la salute è buona. Un miracolo, se ripensa a tutti i suoi amici che sono già andati e, soprattutto, a quei pochi rimasti che, ormai, sono catorci d’uomo: chi non cammina, chi non sente, chi, i più, non capisce più niente e resta lì, imbambolato come una creatura, alle buone cure dei parenti o, spesso, delle suore e degli infermieri in qualche istituto.
Anche Annunziata, mallitta, l’ha lasciato. Prima di lui, che mai s’era visto; per una polmonite dopo che era caduta in casa, testarda che voleva prendersi da sola la bottiglia d’olio buono nello stipite alto.
Guarda suo nipote, Giovanni come lui, che legge sugli scalini lì presso.
È un bel ragazzo, con quel faccino furbo e i riccioli neri, proprio come lui da giovane, quando faceva correre le femmine, eh! Ma quanto lo hanno fatto correre a lui. Soprattutto Annunziata, che gli ha dato quattro figli ma l’ha fatto correre più di tutte.
Bello, il nipote rimasto a casa a badare al nonno, come gli ha imposto il padre preoccupato perché, uscendo la mattina ha salutato il vecchio con un “Ci vediamo stasera papà.”
E lui gli ha risposto “Non so, non ho chiù gana.”
D’improvviso l’idea.
“Giovanni!”, dice, “Vai da Nicola e comprami un cornetto al bacio.”
Il ragazzo non risponde neanche, si alza immediatamente e va, che il nonno è il nonno.
Neanche cinque minuti e torna.
“Quanto costò?”
“Nenti. Dice Nicola che è se per voi lo offre volentieri.” sorride il nipote.
Giovanni sorride di rimando, scarta, le mani sono ancora buone, e passa incuriosito il pezzetto di velina stampato al ragazzo.
“Che dice?” Gli occhi, invece, non sono più quelli di una volta.
Il giovane legge: “Vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi. Pablo Neruda”
Il nonno fa spallucce e addenta il gelato.
Non si sporca, che non è mica un rimbambito, e lo finisce in poco tempo.
Fissa il mare ancora.
Guarda la carta del gelato rimasta in mano e sospira.
“Mah, non era poi ‘sta cosa...”
E muore.

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